Patrimoni dell'Umanità

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Quella di “Sito Patrimonio dell'Umanità” è la denominazione ufficiale delle aree registrate nella Lista del Patrimonio dell'Umanità (c.d. “World Heritage List”) della Convenzione sul Patrimonio dell'Umanità

 Fonte immagine: http://www.wikipedia.org/ 

 Il logo del "Patrimonio mondiale dell'Umanità"

Tale Convenzione è un documento adottato dalla Conferenza generale dell'UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization).

Questo documento è stato adottato il 16 novembre 1972 al fine di identificare e tenere sempre aggiornata la lista di tutti quei siti che rappresentano delle particolarità di eccezionale importanza da un punto di vista culturale o naturale. La Convenzione ha istituito il Comitato per il Patrimonio dell'Umanità (c.d. “World Heritage Committee”) che ha sviluppato un insieme di criteri - attualmente 10 - per l'inclusione dei siti in tale lista. “Patrimonio dell'Umanità” è un sito culturale o naturale che si considera insostituibile e minacciato, quindi meritevole di tutela e conservazione. Si tratta di luoghi che devono essere conservati per sempre perché rappresentano la testimonianza di un momento importante e significativo della cultura umana. Ma è anche un modo per responsabilizzare quei Paesi che detengono questi beni e far sì che vengano tutelati e protetti. Sono tutti Patrimoni che rappresentano il punto di riferimento, il modello, l’entità dei popoli, costituente l’eredità del passato che ci viene in prestito dalle generazioni passate e che abbiamo il dovere di restituire intatta alle generazioni future. Secondo l'ultimo aggiornamento effettuato nella riunione del 38° Comitato per il Patrimonio dell'Umanità a Doha, in Qatar, tra il 15 e il 25 giugno 2014, la Lista del Patrimonio Mondiale è attualmente composta da 1007 siti (di cui 779 beni culturali, 197 naturali e 31 misti) presenti in 161 Stati del mondo. L'Italia detiene il maggior numero di siti inclusi nella Lista dei Patrimoni dell'Umanità (ben 50), seguita dalla Cina e dalla Spagna (rispettivamente con 47 e 44 siti). Dal 1992 alla lista principale si è aggiunta un'altra lista, nota come “Lista memorie del mondo”, che contiene le collezioni documentarie di interesse universale. Al 30 giugno 2005 essa comprendeva 120 elementi in 56 paesi. Nel 1997 è stato definito anche il concetto di “Patrimonio orale e immateriale dell’Umanità”, ossia una proclamazione di capolavori culturali immateriali. Nel 2001 ha poi visto la luce anche il concetto di “Patrimonio sommerso dell’Umanità”, ma al momento è stato ratificato solo da 14 paesi. Al 2013, l'Unione Europea conta in totale ben 367 Patrimoni dell'Umanità.

Qui troverete la Lista dei Patrimoni dell'Umanità, cioè l’elenco completo di tutti i siti dichiarati Patrimonio dell’Umanità. 
Per comodità e per rendere più piacevole la navigazione, ho preferito operare una suddivisione dei Patrimoni per continente, e all’interno di questi, troverete elencati tutti i siti presenti in tutti gli Stati, elencati in ordine alfabetico. Tra parentesi l'anno in cui i siti sono stati riconosciuti Patrimonio dell'umanità dall'UNESCO! 

Cliccate su ognuno dei continenti per conoscere i Patrimoni presenti in ciascuno di essi!

AFRICA
AMERICA SETTENTRIONALE
AMERICA CENTRALE
AMERICA MERIDIONALE
ASIA
EUROPA
OCEANIA

L'UNESCO ha riconosciuto Patrimonio dell’Umanità anche siti la cui estensione attraversa i confini dei singoli Stati, e per tale ragione tali siti sono detti “Patrimoni transfrontalieri”.

Nonostante l'adesione alla Convenzione, diversi Stati, per varie ragioni, non sono in grado di proteggere e mantenere uno o più siti del Patrimonio Mondiale. In realtà, la Convenzione incoraggia i Paesi che l’hanno sottoscritta a identificare e tutelare il proprio Patrimonio, indipendentemente dal fatto che sia o meno iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. La differenza tra un sito del Patrimonio Mondiale e un sito del patrimonio nazionale risiede nel concetto di “eccezionale valore universale”. I siti scelti per costituire il Patrimonio Mondiale sono selezionati per le loro caratteristiche specifiche, che li rendono il miglior esempio possibile del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. In base alla Convenzione, gli Stati riconoscono che i siti della Lista del Patrimonio Mondiale che si trovano sul proprio territorio costituiscono un patrimonio “alla cui salvaguardia l’intera comunità internazionale è tenuta a partecipare”. Senza il sostegno degli altri paesi, alcuni di questi siti potrebbero rischiare di subire danni, o peggio, di scomparire, spesso per mancanza dei fondi necessari alla loro conservazione. La Convenzione rappresenta, quindi, un accordo, volto a garantire le risorse intellettuali e finanziarie (entro i limiti delle disponibilità dei vari Stati) necessarie per la salvaguardia dei siti della Lista del Patrimonio Mondiale. Il vantaggio principale connesso alla ratifica della Convenzione per il Patrimonio Mondiale è appartenere a una comunità internazionale che apprezza e tutela questi beni di importanza universale, eccezionali e rappresentativi delle diversità culturali e delle ricchezze naturali. Gli Stati membri della Convenzione uniscono gli sforzi per tutelare il patrimonio culturale e naturale mondiale ed esprimono così l’impegno comune di salvaguardare la nostra eredità per le generazioni future.

Fonte immagine: http://www.wikipedia.org/ - Stati con almeno 10 Patrimoni riconosciuti dall'UNESCO

Il prestigio dato dall’essere Stato membro della Convenzione ed avere siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale è spesso catalizzante ed accresce la sensibilizzazione nei confronti della tutela del patrimonio. In particolare, per i paesi in via di sviluppo, uno dei principali vantaggi legati alla ratifica della Convenzione, è l’accesso al Fondo per il Patrimonio Mondiale (c.d. “World Heritage Fund”). Possono anche essere concessi aiuti di emergenza in caso di azioni urgenti necessarie a fronteggiare danni dovuti a disastri naturali o all’azione dell’uomo. Oggi, il concetto di Patrimonio mondiale è ben compreso, tanto che i siti della Lista del Patrimonio Mondiale attirano la cooperazione internazionale e i progetti di tutela del Patrimonio stesso possono ricevere aiuti finanziari da numerose fonti diverse. Inoltre, i piani di gestione, richiesti all’atto dell’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale, rappresentano uno strumento utile per definire misure adeguate per la conservazione del sito, per ottimizzare l’impiego delle risorse umane e finanziarie disponibili e per le procedure di monitoraggio. Infine, l’iscrizione di un sito nella Lista del Patrimonio Mondiale comporta una maggiore sensibilizzazione del pubblico nei confronti del sito e dei suoi valori eccezionali, rafforzando anche le attività turistiche sul sito. Quando queste ultime sono adeguatamente pianificate e organizzate nel rispetto dei princìpi del turismo sostenibile, possono costituire una risorsa non indifferente per il sito e per l’economia locale. La Convenzione definisce anche quali sono i doveri degli Stati membri nell’individuare i siti ed il loro ruolo nella salvaguardia e conservazione degli stessi. Gli Stati sono incoraggiati a integrare i programmi di tutela del patrimonio culturale e naturale negli strumenti di pianificazione, ad assicurare personale sufficiente e servizi idonei all’interno dei siti, nonche’ intraprendere ricerche scientifiche e tecniche per la conservazione degli stessi. La Convenzione stabilisce l’obbligo per gli Stati di fornire regolarmente al Comitato per il Patrimonio Mondiale un rapporto sullo stato di conservazione dei siti iscritti, incoraggia a sensibilizzare il pubblico nei confronti dei siti del Patrimonio Mondiale e a migliorare la loro protezione attraverso programmi di informazione e di educazione, stabilisce le modalità di gestione e di utilizzo del Fondo per il Patrimonio Mondiale e le condizioni per usufruire dell’assistenza finanziaria internazionale. Nella Convenzione sono definite le funzioni del Comitato per il Patrimonio Mondiale, le modalità di elezioni dei membri, la durata del mandato e l’elenco degli organi consultivi. Il Comitato per il Patrimonio Mondiale è responsabile dell’applicazione della Convenzione, stabilisce l’utilizzo del Fondo per il Patrimonio Mondiale e concede aiuti finanziari su richiesta degli Stati membri. Esso decide l'iscrizione di un sito nella Lista del Patrimonio Mondiale e può rimandare la propria decisione richiedendo allo Stato proponente di fornire maggiori informazioni, esamina i rapporti sullo stato di conservazione dei siti iscritti e chiede agli Stati membri di adottare specifiche misure quando un sito non è adeguatamente gestito, decidendo anche quando iscrivere o cancellare un sito dalla Lista del Patrimonio Mondiale in pericolo (c.d. “Danger List”), e può decidere la cancellazione di un sito dalla Lista del Patrimonio Mondiale. Per la prima volta nella storia della Convenzione, a Siviglia, nel 2009, il Comitato ha deciso la cancellazione di un sito dalla Lista - il sito era quello della città di Dresda, in Germania. Il Comitato ha infine il potere di consultare organizzazioni esterne alla Convenzione e di richiedere ai Paesi membri di migliorare la gestione dei propri siti quando necessario.

Il ruolo dell'UNESCO nella Convenzione è principalmente quello di:
• incoraggiare i paesi a firmare la Convenzione e ad assicurare la protezione del loro patrimonio culturale ed ambientale;
• incoraggiare le Parti della Convenzione a nominare siti per l'inclusione nel Patrimonio dell'Umanità nel loro territorio nazionale;
• incoraggiare le Parti della Convenzione a mettere in piedi un sistema di gestione delle informazioni relative allo stato di conservazione dei siti Patrimonio dell'Umanità;
• aiutare le Parti a salvaguardare i siti Patrimonio dell'Umanità fornendo assistenza tecnica e formazione;
• fornire assistenza per siti in pericolo;
• essere di supporto alle attività di sensibilizzazione sulla conservazione dei siti;
• incoraggiare la partecipazione delle comunità locali nella conservazione dei siti Patrimonio dell'Umanità;
• incoraggiare la cooperazione internazionale nella conservazione dei siti Patrimonio dell'Umanità.

I soggetti attuatori sono: gli Stati parte, l’Assemblea Generale, il Comitato del Patrimonio Mondiale, il Centro del Patrimonio Mondiale e gli Organi consultivi del Comitato del Patrimonio Mondiale.

Fonte immagine: http://www.wikipedia.org/ - Suddivisione dei Patrimoni UNESCO per Stato (2013)

La Convenzione definisce le diverse tipologie di sito (culturale e naturale) da iscrivere nella Lista del Patrimonio Mondiale, stabilisce i doveri degli Stati membri nell’individuazione dei siti e il loro ruolo nella salvaguardia e conservazione degli stessi. All’art.1 della Convenzione si specifica cos’è il “patrimonio culturale” e all’art.2 cosa si intende per “patrimonio naturale”. Sono considerati “patrimonio culturale”:
1) I “monumenti”: opere di architettura, di scultura o di pittura monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi che hanno un valore eccezionale dal punto di vista della storia, dell'arte o della scienza;
2) I “complessi”: gruppi di costruzioni isolati o riuniti che, per la loro architettura, per la loro unità o per la loro integrazione nel paesaggio, hanno un valore universale eccezionale, dal punto di vista della storia, dell'arte o della scienza;
3) I “siti”: opere dell'uomo o creazioni congiunte dell'uomo e della natura, nonché le zone ivi comprese le aree archeologiche di valore universale eccezionale dal punto di vista storico, estetico, etnologico o antropologico.
Invece, “patrimonio naturale” sono considerati:
I) I “monumenti naturali”, costituiti da formazioni fisiche e biologiche oppure da gruppi di tali formazioni aventi valore eccezionale dal punto di vista estetico o scientifico;
II) Le “formazioni geologiche e fisiografiche” e le zone precisamente delimitate, costituenti l'habitat di specie di animali e vegetali minacciate che hanno valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza o della conservazione;
III) I “siti naturali” oppure le zone naturali precisamente delimitate, aventi valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza, della conservazione o della bellezza naturale.
Le Linee guida operative per l’attuazione della Convenzione – ai punti 45-47 – definiscono inoltre:
a) “Patrimonio misto” (“culturale” e “naturale”) i beni che corrispondono in parte o in tutto a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale;
b) “Paesaggi culturali” i beni culturali che rappresentano “creazioni congiunte dell'uomo e della natura” così come definiti all’art. 1 della Convenzione e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali.
Alla Convenzione hanno aderito oltre 180 Stati. I paesi firmatari della Convenzione possono proporre la candidatura di nuovi siti per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. A tal fine, ciascun paese deve preparare un “inventario” dei principali siti naturali e culturali che si trovano nel proprio territorio (la c.d. Lista Propositiva), che costituisce l’elenco dei beni che uno Stato membro intende iscrivere negli anni successivi. All’atto della richiesta di iscrizione, lo Stato membro invia al Centro del Patrimonio Mondiale il dossier di candidatura. Le Linee Guida forniscono tutte le indicazioni necessarie per la redazione del dossier, che deve essere esauriente e contenere tutta la documentazione e la cartografia necessarie. Il Centro effettua una prima verifica in merito alla completezza della documentazione ricevuta, richiedendo, se lo reputa opportuno, eventuali integrazioni. Se la documentazione inviata soddisfa i requisiti di completezza nei termini stabiliti, viene inoltrata agli Organi consultivi per la valutazione. La decisione finale sulla iscrizione spetta al Comitato del Patrimonio Mondiale. Il Comitato si riunisce una volta l’anno per decidere quali siti verranno iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale; lo stesso Comitato può anche decidere di rimandare la decisione, richiedendo ulteriori informazioni, oppure rifiutare l’iscrizione. Dal 2002 il Comitato del Patrimonio Mondiale ha deciso di porre una restrizione all’iscrizione di nuovi siti, limitando le richieste ammissibili ad una sola candidatura per ogni Stato, entro il tetto massimo complessivo di 30 siti da esaminare (oltre a siti rinviati dagli anni precedenti), sulla base di priorità che premiano gli Stati meno rappresentati nella Lista del Patrimonio Mondiale. Dal 2004, il limite per ogni paese è stato elevato a 2 candidature, di cui almeno una relativa a beni naturali, mentre il tetto massimo da esaminare è stato portato a 45 siti, compresi i siti rinviati dagli anni precedenti. Perché un sito sia iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale, deve presentare un eccezionale valore universale e soddisfare almeno 1 dei 10 criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l’applicazione della Convenzione del patrimonio mondiale.
Fino alla fine del 2004, i siti del Patrimonio Mondiale venivano scelti sulla base di 6 criteri culturali e di 4 criteri naturali. Con l’adozione dell’ultima versione delle Linee Guida i criteri sono stati accorpati in un unico elenco, valido per i beni culturali e naturali, distinto in 10 punti.
I criteri di selezione sono i seguenti:
1) rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;
2) mostrare un importante cambiamento culturale di valori umani, in un determinato arco temporale o in una determinata area culturale del mondo, con riguardo agli sviluppi nell'architettura o nella tecnologia, nelle arti monumentali, nell’urbanistica o nella progettazione del paesaggio;
3) costituire una testimonianza unica o quantomeno eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà ancora vivente o che è scomparsa;
4) essere un esempio straordinario di un tipo di costruzione, o di complesso edilizio, architettonico o tecnologico, o di paesaggio che illustri uno o più periodi significativi della storia umana;
5) essere un esempio straordinario di un insediamento umano tradizionale o di occupazione del territorio tradizionale, di uso del suolo o di uso del mare, che è rappresentativo di una o più culture, o dell’interazione umana con l’ambiente, soprattutto quando esso diviene vulnerabile per effetto di cambiamenti irreversibili;
6) essere direttamente o tangibilmente associato con eventi o tradizioni viventi, con idee, o con convinzioni, con opere artistiche e letterarie di significato universale eccezionale (il Comitato ritiene che questo criterio dovrebbe essere preferibilmente usato insieme con altri criteri);
7) rappresentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale e importanza estetica;
8) essere esempi straordinari che rappresentano gli stadi principali della storia della terra, incluse testimonianze di vita, significativi processi geologici in corso nello sviluppo della forma del territorio, o significative caratteristiche geomorfiche o fisiografiche;
9) essere esempi straordinari che rappresentano significativi processi ecologici e biologici in corso nell’evoluzione e nello sviluppo di ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, costieri e marini e di comunità di piante e animali;
10) contenere i più importanti e significativi habitat naturali per la conservazione in situ delle biodiversità, comprese quelle contenenti specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione.

I primi 6 criteri si riferiscono ai siti culturali e gli altri 4 a quelli naturali. I criteri sono regolarmente revisionati e aggiornati dal Comitato in modo da riflettere l'evoluzione del concetto stesso di Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Una significativa revisione si ebbe, come detto, nel 1995, anno in cui il Centro del Patrimonio Mondiale ha revisionato e ampliato le indicazioni degli Orientamenti, definendo i criteri relativi ai paesaggi culturali, intesi come opere congiunte della natura e dell’uomo. Poiché ciascun sito può essere eletto come Patrimonio culturale dell’Umanità in funzione di una o più motivazioni, il numero complessivo di criteri di selezione rappresenta una misura indiretta del valore qualitativo, oltre che quantitativo del sito inserito nella Lista. Se un Patrimonio rispetta solo criteri compresi tra il 7° ed il 10° viene considerato di interesse naturale (ad es.: Cascate Vittoria, Grande Barriera Corallina, Isole Galápagos, Monti d'Oro dell'Altaj, Parco nazionale delle Carlsbad Caverns, Parco nazionale di Yosemite, Santuari del panda gigante, Sito fossile del Pozzo di Messel). Se un Patrimonio rispetta solo criteri tra il 1° ed il 6° viene considerato di interesse culturale (ad es.: Cammino di Santiago de Compostela, Cueva de las Manos, Esercito di terracotta, Miniera di sale di Wieliczka, Parco nazionale di Rapa Nui, Samarcanda, Sito archeologico di Troia, Statua della Libertà). Se un Patrimonio è sia culturale che naturale, allora si dice che è misto (ad es.: Lapponia, Machu Picchu, Monte Taishan, Monte Wuyi, Monti Huangshan, Paesaggio culturale ed ecosistema di Lopè-Okanda, Parco nazionale Kakadu, Regione dei Laghi Willandra, Regione selvaggia della Tasmania, Monte Athos, Tassili n’Ajjer).
La protezione e la gestione dei beni del Patrimonio Mondiale devono assicurare che l’eccezionale valore universale, le condizioni di integrità e/o di autenticità presenti al momento dell’iscrizione vengano mantenuti o migliorati. Tutti i beni iscritti nella Lista per il Patrimonio Mondiale devono essere protetti, nel lungo termine, da adeguate norme, regolamenti, misure istituzionali e/o tradizionali per la conservazione e la gestione. Le norme e i regolamenti a livello statale e locale devono essere tali da garantire la sopravvivenza del bene e tutelarlo nei confronti dello sviluppo e dei cambiamenti che potrebbero diminuire l’eccezionale valore universale, l’integrità o l’autenticità del bene. Gli Stati membri devono anche assicurare la piena ed effettiva attuazione di tali misure. Gli strumenti di tutela includono una opportuna perimetrazione del sito. Il perimetro deve essere stabilito, all’atto della richiesta di iscrizione, in modo da assicurare la piena espressione dei valori del sito e può coincidere con una o più aree protette esistenti o proposte, quali parchi nazionali o riserve naturali, riserve di biosfera oppure beni culturali, centri storici e paesaggi salvaguardati da specifiche norme. Ai fini di una efficace tutela del sito, va prevista anche una “zona tampone” adeguatamente protetta, che può comprendere l’ambiente in cui è collocato il bene candidato per l’iscrizione, paesaggi rilevanti e altre aree funzionalmente importanti di supporto al sito ed alla sua tutela. Un documento che spieghi chiaramente le modalità di protezione va allegato alla proposta di iscrizione dei siti.
I siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale sono sottoposti da parte del Centro del Patrimonio ad un costante monitoraggio, che ha l’obiettivo di verificare la conservazione nel tempo dei valori universali eccezionali per i quali essi hanno ottenuto l’iscrizione.
All’interno delle Linee Guida sono previste 3 modalità di verifica dello stato di conservazione e gestione dei siti:
• il Rapporto periodico, che deve essere redatto ogni 6 anni per tutti i siti iscritti;
• il Monitoraggio reattivo, che viene effettuato di volta in volta nel caso di siti interessati da particolari situazioni di rischio;
• la Lista del Patrimonio in pericolo, in cui vengono iscritti i siti soggetti a gravi e puntuali pericoli che possono causarne la perdita o il grave danneggiamento.

 Fonte video: http://www.youtube.com/ 

Visita i Siti Patrimonio dell'Umanità con Google Maps, Earth e Street View.

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