Terra dei Fuochi
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- Pubblicato Lunedì, 28 Settembre 2015 16:09
- Scritto da Gianni Guastatore
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Con la denominazione di "Terra dei Fuochi" si fa riferimento ad un'area della regione Campania dove da anni ormai si verificano fenomeni illegali di roghi di rifiuti tossici in un gran numero di discariche abusive, e tali fenomeni criminali stanno assumendo sempre più carattere di gravità. I danni causati da questa empietà stanno colpendo non solo l' ambiente, ma anche e soprattutto la salute dell' uomo.
LOCALIZZAZIONE
Dal punto di vista geografico, l’area che va sotto il nome di “Terra dei Fuochi” è ubicata in Campania, regione dell’Italia meridionale, tra le province di Caserta e di Napoli, che è il capoluogo della regione stessa. La Terra dei Fuochi abbraccia una superficie di circa 1080 kmq, comprendente ben 57 Comuni, per una popolazione di 2 milioni e mezzo di abitanti (per intenderci, poco meno degli abitanti di tutta Roma!!!) Di questi 57 Comuni, 24 fanno parte della provincia di Caserta (in particolare, l’area meridionale e sud-occidentale) e i rimanenti 33 della provincia di Napoli (quasi tutta la provincia partenopea).
Fonte immagine: http://www.2duerighe.com/ - In figura è rappresentata la Mappa
GPS interattiva con censimento di oltre 800 siti di roghi illegali di rifiuti speciali
CARATTERISTICHE E CONSEGUENZE
La “Terra dei Fuochi” è un territorio che ha questa denominazione a causa della cospicua presenza al suo interno di un grandissimo numero di roghi di rifiuti, soprattutto tossici. Su questo fenomeno sta indagando la Magistratura da molto tempo, ma si ha l’impressione che siamo ben lungi dall’arrivare a una soluzione positiva a questo problema nel breve termine. Il problema è di una difficoltà estrema. Quello che si è scoperto fino ad oggi è che in tale territorio è stata reiteratamente posta in essere un’attività illegale di sversamento di rifiuti urbani e speciali, in gran parte tossici, da parte della camorra, e in particolare del tristemente noto clan dei Casalesi. I rifiuti appartengono alle più disparate categorie merceologiche, per es. veleni industriali, olio esausto, eternit, piombo, ma anche pneumatici, mobilia, capi di abbigliamento, elettrodomestici, ecc. Spesso i rifiuti venivano addirittura mescolati tra loro, per renderne più difficile l’individuazione. A tutti questi rifiuti, una volta sversati nelle campagne oppure sui bordi delle strade, veniva dato fuoco, il cui fumo ha causato la dispersione nell’atmosfera e nelle terre circostanti di sostanze altamente tossiche, tra le quali un’alta percentuale di diossina. In tali aree si è scoperta un’alta presenza di tumori che hanno determinato la morte soprattutto di donne e bambini. Basti pensare, per fare un esempio, al Triangolo della Morte, area dell’hinterland napoletano che comprende i Comuni di Acerra, Nola e Marigliano, dove si è verificato, negli ultimi anni, un vertiginoso incremento, nella popolazione, del numero di morti per cancro a causa dei roghi di rifiuti tossici. Tutto ciò è attestato da numerosi studi epidemiologici, sia ufficiali – tra cui anche dell’OMS - che autonomi, stando ai quali sembra che la presenza di tali sostanze velenose sia stata registrata già dalla fine degli anni ‘90. Le conseguenze di tali folli gesti sono state assai disastrose e purtroppo continuano a verificarsi. Infatti, per es., la diossina, nel terreno, introduce sostanze tossiche nella catena alimentare degli animali da allevamento e può colpire anche l’uomo. Alcuni anni orsono, negli allevamenti di aree della provincia di Caserta, si è scoperta la presenza di diossina nel latte di bufala. Ciò ha determinato delle conseguenze nell’economia locale della Campania, che ha registrato un decremento delle vendite e delle esportazioni di prodotti caseari, sia nel nostro Paese che al di fuori dei confini nazionali. Le conseguenze perciò si sono avute anche a livello economico, e non solo sulla salute. Il guaio è che in tale area il traffico dei rifiuti e lo smaltimento illegale degli stessi, per opera della criminalità organizzata, continua ancora oggi, e ancora non si è trovata una soluzione per combattere questi abusi.
Fonte video: http://www.youtube.com/ - Terra dei fuochi
E’ il fenomeno delle c.d. “ecomafie”, che lucrano in maniera considerevole su tale territorio. Le scoperte che sono state fatte sono agghiaccianti. Si sono scoperte, per es. intere aree, sottoposte a sequestro giudiziario, sotto il cui terreno si troverebbero ancora oggi i rifiuti tossici e dove venivano coltivati prodotti agricoli, poi regolarmente destinati alla vendita, senza pensare alle conseguenze sulla salute di coloro che si nutriranno di tali prodotti!! Un primo significativo risultato si è avuto in seguito all’arresto del pentito di camorra Carmine Schiavone, il quale ha rivelato molte cose su quest’attività criminale. Si è scoperto, per es., che il destino della Campania era divenire una sorta di discarica a cielo aperto di rifiuti tossici, come piombo, scorie nucleari, materiali acidi, tutte cose che, interrate illegalmente, hanno causato l’inquinamento delle falde acquifere della regione e delle coste marine del Lazio meridionale fino a Castelvolturno. Tutto ciò, a suo giudizio, è avvenuto con la compiacenza delle istituzioni e dei politici locali e delle popolazioni residenti nei luoghi inquinati. Lo stesso Schiavone è apparso in tv diverse volte mostrando, tra l’altro, i siti sottoposti a questo “trattamento” e spiegando i retroscena di quest’attività illecita, e da allora stanno emergendo altri particolari inquietanti. Nonostante le reiterate inchieste giornalistiche, le denunce e gli esposti di cittadini, associazioni e comitati, nonché della Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, il numero di decessi connessi con le attività illegali nella Terra dei Fuochi non accenna a diminuire, anzi è in crescita esponenziale. Le istituzioni ancora non hanno fatto capire quali provvedimenti concreti intendono adottare per tentare quanto meno di arginare questo fenomeno. Per es. non si è parlato di un immediato e concreto piano di bonifiche per i territori inquinati, né di aree da destinare a discariche per i rifiuti, o altre politiche di sostegno a tali territori. In conclusione, la Terra dei Fuochi rappresenta ancora oggi una delle aree più problematiche a livello nazionale, ma nè lo Stato né gli enti locali riescono a fronteggiare l’attività criminosa delle organizzazioni camorristiche, le quali continuano senza sosta a sversare e ad appiccare roghi ai rifiuti tossici. Il tasso di mortalità in quelle aree a causa dei tumori è altissimo, sicuramente tra i più alti d’Italia e forse anche d’Europa. Inoltre, il problema dei rifiuti, stante anche l’emergenza verificatasi anni orsono - e forse da essa non si è ancora del tutto usciti - non contribuisce certo a migliorare la situazione, per cui l’illegalità può facilmente farla da padrona. La domanda è: ma cosa aspettano le istituzioni a fare qualcosa? Se non si fa nulla, la situazione potrebbe divenire irreversibile nel giro – si ritiene – di qualche decennio, per es. se i rifiuti dovessero inquinare irreparabilmente le falde acquifere delle Campania, ci si rende conto delle conseguenze? E’ ora di fare qualcosa!!!!
Per approfondimenti:
Triangolo della Morte, Acerra-Nola-Marigliano
Intervista a Carmine Schiavone, che mostra poi i luoghi inquinati – parte 1
Intervista a Carmine Schiavone, che mostra poi i luoghi inquinati – parte 2
Inferno atomico, speciale Terra dei Fuochi su Servizio Pubblico