Fusione Fredda: l'E-CAT

E’ italiana la scoperta che potrebbe rivoluzionare la produzione mondiale di energia nei prossimi dieci anni. Negli ultimi mesi l’Ing. Andrea Rossi, noto alle cronache per la vicenda Petroldragone, e il Prof. Sergio Focardi, docente emerito di fisica all’Università di Bologna, hanno messo appunto una macchina rivoluzionaria denominata E-CAT (Catalizzatore di Energia) in grado di produrre energia pulita a basso costo e zero scorie sfruttando il principio della fusione nucleare fredda.

Si parla ormai di fusione fredda da più di trent’anni, ma a parte le dichiarazioni clamorose, poi rivelatesi non veritiere, poco è stato fatto di concreto per realizzare macchine in grado di sfruttare tale forma di energia. In un periodo di grande crisi economica, Save The World ha ritenuto necessario porre l'attenzione su tale nuova fonte di energia. Si parte da una descrizione generale del principio della fusione nucleare fredda, per poi introdurre la fusione fredda Nichel-Idrogeno, infine, sono riportate le ultime notizie riguardo l'E-CAT dell'Ing. Andrea Rossi e del Prof. Sergio Focardi.

FUSIONE NUCLEARE FREDDA- La fusione nucleare fredda, detta comunemente fusione fredda o fusione a freddo, oppure nella forma inglese di cold fusion (CF), low energy nuclear reactions (LENR, "reazioni nucleari a bassa energia"), o chemically assisted nuclear reactions (CANR, "reazioni nucleari assistite chimicamente"), è un nome generico attribuito a presunte reazioni di natura nucleare, che si produrrebbero a pressioni e a temperature molto minori di quelle necessarie per ottenere la fusione nucleare "calda", per la quale sono invece necessarie temperature dell'ordine del milione di kelvin e densità del plasma molto elevate. Alcuni studiosi ritengono che il termine "fusione fredda" sia da sostituire con il termine LENR, in quanto tutti i fenomeni relativi alla fusione fredda appartengono alla famiglia delle reazioni nucleari a bassa energia. Dopo il clamore provocato nel 1989 dagli esperimenti di Martin Fleischmann e Stanley Pons dell'Università di Salt Lake City nello Utah , poi ripetuti in diversi laboratori, sono seguiti degli studi teorici, tra i quali quelli di Giuliano Preparata , docente di Fisica Nucleare all' Università di Milano, che elaborò la sua "teoria coerente sulla fusione fredda". Nel maggio 2008 Yoshiaki Arata , uno dei padri della fusione nucleare calda nipponica, insieme alla collega Yue-Chang Zhang, ha mostrato pubblicamente ad Osaka un reattore funzionante con pochi grammi di palladio. Se il successo di questo esperimento sia dovuto alla fusione fredda o piuttosto ad una forma ancora non conosciuta di sviluppo di energia è oggetto di controversie.

FUSIONE FREDDA NICHEL-IDROGENO: 1994-2011 - Nel 1989 il biofisico Francesco Piantelli, dell'Università degli Studi di Siena, mentre stava effettuando studi su campioni di materiale organico, si accorse della presenza di un'anomala produzione di calore. Comunicò il fenomeno da lui osservato a Sergio Focardi, fisico dell' Università di Bologna, e i due decisero di creare un gruppo di lavoro cui si aggiunse Roberto Habel, membro dell' INFN presso l' Università di Cagliari, al fine di approfondire la causa di quell'anomalia termica. Dopo circa tre anni, gli studi approdarono a significativi risultati permettendo la costruzione di un reattore Nichel-Idrogeno sufficientemente efficiente. Passarono altri due anni di sperimentazioni e finalmente il 20 febbraio 1994, in una conferenza stampa presso l'aula magna dell'Università di Siena, venne annunciata la messa a punto di un differente processo di produzione di energia per mezzo di reazioni nucleari a Bassa Energia (LENR), profondamente differente da quello fatto da Fleischmann e Pons. Il loro processo si basava sull'uso di una barra di nichel, mantenuta per mezzo di una resistenza elettrica ad una temperatura di circa 200-400 °C e caricata con idrogeno attraverso un particolare processo. Quando la reazione era innescata, ovvero quando la barretta di nichel cedeva più energia di quanta ne fosse necessaria per il riscaldamento della stessa, vi poteva essere anche una debole e discontinua emissione di radiazione gamma che testimoniava una possibile origine nucleare di tale fenomeno.

 

Fonte immagine: http://it.wikipedia.org/ - In figura è rappresentato lo schema del reattore nichel-idrogeno

ideato dal biofisico Francesco Piantelli e dal fisico Sergio Focardi per la misura dell'eventuale calore in eccesso.

 

L'E-Cat di Andrea Rossi e Sergio Focardi - Secondo quanto affermato nel 2011 dal fisico nucleare dell'INFN Giuseppe Levi, un fenomeno simile alla fusione fredda Nichel-Idrogeno potrebbe essere alla base del funzionamento della macchina denominata "Catalizzatore di energia" o E-Cat presentata a Bologna dall'Ing. Andrea Rossi. Il meccanismo di funzionamento di tale macchina, che nei dettagli resi noti appare come identico alla cella utilizzata da Focardi e Piantelli, non è stato tuttavia chiarito completamente. Aspetti importanti della composizione del combustibile e della struttura interna del cosiddetto catalizzatore vengono tenuti segreti con la motivazione dell'assenza di brevetto e conseguente tutela della proprietà industriale di eventuali applicazioni (è da rilevare tuttavia che, se il brevetto internazionale è ancora in fase di eventuale approvazione, un brevetto italiano è già stato rilasciato nell'aprile 2011). Secondo Antonio Zoccoli, direttore della sezione bolognese dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, il calore sprigionantesi dall'apparecchio, quantificato in un fattore di guadagno di potenza di circa 12 volte, non è giustificabile con una normale reazione chimica; la natura del fenomeno non è tuttavia spiegabile "finché non ci sarà possibile fare tutta quella serie di verifiche necessarie a stabilire di che tipo di reazione si tratti". Di tale fenomeno non sono stati pubblicati i dettagli su riviste scientifiche internazionali. Test in merito furono eseguiti dopo la pubblicazione di un articolo da parte della rivista svedese Ny Teknik, e dopo che gli studiosi svedesi Sven Kullander, professore emerito dell' Università di Uppsala, e Hanno Essén, professore associato di fisica teorica, accettarono di prendere parte come osservatori a una dimostrazione. Il test del 29 marzo 2011, durato 4 ore, portò Kullander ed Essén a concludere che nessun processo chimico conosciuto sarebbe stato in grado di emettere energia in simili quantità. Successive dimostrazioni si tennero il 19 aprile e il 28 aprile 2011 a Bologna con la partecipazione del giornalista Mats Lewan della rivista svedese Ny Teknik, che per quanto possibile monitorò i più macroscopici fenomeni che potessero rivelare la sussistenza di una truffa. Le dimostrazioni furono anche seguite dal canale televisivo pubblico italiano Rai News, che produsse sui test un servizio televisivo la cui trasmissione è avvenuta il 5 maggio 2011, alle ore 20:35. Un ulteriore test è stato svolto il 6 ottobre 2011, con modalità simili ai precedenti. Al 2011, le condizioni non totalmente controllate in cui si sono svolti i test, e la loro breve durata, non hanno permesso alcuna conclusione sul processo di produzione di energia. Anche se tali test sono stati presentati come proseguimento degli esperimenti di Focardi e Piantelli, utilizzando un procedimento apparentemente identico, non si ha quindi certezza che la reazione sperimentata sia assimilabile ai fenomeni cosiddetti di "fusione fredda". Sarà l’Ateneo di Bologna a mettere il sigillo definitivo sull’E-Cat. Infatti, l’imprenditore Andrea Rossi, proprietario dell’E-Cat attraverso la società Efa srl, e il dipartimento di Fisica hanno siglato un contratto di ricerca che ha l’obiettivo di replicare l’esperimento, misurare ciò che avviene e pubblicare i risultati. In questo modo, sarà possibile verificare in modo rigoroso l'efficiacia della macchina rivoluzionaria di cui si parla dalla Svezia agli Stati Uniti. «Il nostro interesse è fortissimo — dichiara Paolo Capiluppi, direttore del dipartimento —, c’è molta curiosità, ma per noi è vero solo ciò che possiamo misurare». Per rendere attivo il contratto ci vuole il versamento della prima rata del contributo, 500 mila euro in due anni, che Rossi si è impegnato a dare per sostenere tutti i costi. «Dovremmo partire a breve, tra qualche settimana — confida Enrico Campari, docente di fisica sperimentale e responsabile scientifico della ricerca con Giuseppe Levi —, in estate si potrebbero avere i primi report scientifici dei risultati ottenuti che divulgheremo alle riviste scientifiche». Su Internet si legge di tutto sulle prove compiute da Rossi e soci, l’ultima delle quali realizzata proprio alle Roveri in un capannone di proprietà dell’Efa srl, la società di cui Rossi è responsabile tecnico, alla fine di ottobre. L’E-Cat sarebbe già stato acquistato. Se ne starebbe realizzando uno 13 volte più potente di quello provato a Bologna. Ci sarebbe perfino l’interesse della Nato. Quanto di tutto ciò sia vero, non è dato sapere. E non preoccupa minimamente i ricercatori della nostra Università, interessati appunto a misurare e a risalire alla teoria che provoca quel risultato. Fin dall’inizio, Rossi ha voluto al suo fianco Sergio Focardi, professore emerito dell’Alma Mater e illustre fisico che nella sua carriera ha compiuto vari studi proprio sulla fusione nucleare. Campari e Levi sono non a caso suoi allievi. «La macchina funziona, produce energia — assicura il professore —, un paio di anni fa Rossi ha scaldato i suoi uffici, che allora erano a Bondeno, per 2-3 mesi con l’E-Cat». A fine ottobre nell’esperimento alle Roveri, la macchina, una specie di mini frigorifero, ha prodotto mezzo megawatt di energia pulita. Mancano però, come detto, le misurazioni ufficiali. In assenza di tali misurazioni, la comunità scientifica resta scettica, dal momento che il brevetto sulla macchina non consente di svelare come funziona. Senza contare che Rossi ha un passato non chiaro legato al progetto di trasformare rifiuti industriali in petrolio. Dettagli che ai ricercatori non interessano. «Con le nostre attrezzature andremo nel capannone che Rossi mette a disposizione a fare le misurazioni — spiega Campari —, saranno misurazioni libere e indipendenti per verificare se il sistema produce una gran quantità di energia sfruttando il principio della fusione nucleare fredda».

 

Fonti Articolo:

http://it.wikipedia.org/ - Fusione Nucleare Fredda

http://corrieredibologna.corriere.it/ - Marina Amaduzzi - Fusione Fredda: svolta o bluff

 

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